Più di una volta è stata avanzata la proposta di creare un calendario che potesse essere adottato comunemente da tutti i popoli e che ovviasse sia alle discrepanze esistenti tra i diversi calendari, sia agli inconvenienti dovuti al differente loro inizio e alla diversa durata dei mesi.
Una di queste proposte, formulata nel 1931, prevede che l'anno debba avere 364 giorni, suddivisi in 4 trimestri di 91 giorni ciascuno e in 12 mesi, di cui 8 di 30 giorni (il 2° e il 3° di ogni trimestre) e 4 di 31 giorni (il 1° di ogni trimestre).
Le settimane sarebbero 52, di 7 giorni ciascuna (52 x 7 = 364).
Il primo mese di ciascun trimestre inizierebbe sempre con una domenica e gli altri due mesi rispettivamente con un mercoledì e un venerdì. Alla fine di dicembre andrebbe però aggiunto un giorno (il 365°) non datato, festivo, e alla fine di giugno, ogni 4 anni, il giorno aggiuntivo degli anni bisestili, sempre non datato e festivo.
In questo modo ogni anno si ripeterebbero le stesse date negli stessi giorni della settimana.
Riferimenti bibliografici:
Cuscani Politi Pietro, Geografia generale, A. Garzanti, Milano, 1973.